lunedì 8 dicembre 2008

sui fatti di Atene...

I meccanismi di intimidazione e repressione che vediamo applicati
nelle città hanno raggiunto le peggiori conseguenze ad Atene; un
ragazzo di 15 anni, Andreas, è stato ucciso dai colpi di pistola che
un poliziotto ha sparato da una camionetta durante un corteo in
favore del diritto allo studio. E' assurdo che un ragazzo venga ucciso
mentre manifesta e che la violenza da parte delle forze dell'ordine
sia l'unica risposta dei governi a chi lotta per i suoi diritti.
Ad ogni meccanismo di tensione rispondiamo che non siamo noi a doverci
spaventare e ad avere paura.
A dimostrare di averne sono i governi in crisi che, non sapendo più
come gestire un sistema che gli è sfuggito dalle mani sono pronti
persino a sparare, a sguinzagliare i soliti "utili idioti" provocatori
nelle piazze, a denunciare e sgomberare gi studenti che occupano. Le
politiche securitarie non fermeranno il movimento; l'onda è in grado
di travolgerli e di riprendersi le piazze. Il 12 dicembre 1969 a
Milano è scoppiata una bomba in Piazza Fontana piazzata da fascisti e
servizi segreti, dando il via agli anni di piombo, in cui con il
terrore e i morti lo stato cercava di fermare i movimenti; lo stesso
terrore che parecchi anni dopo abbiamo visto scatenato a Genova e di
cui le responsabilità restano ancora impunite. In tutta Italia, il 12
dicembre dedicheremo le nostre manifestazioni ad Andreas, e in questi
giorni riempiremo le nostre città di iniziative diffuse per denunciare
la vergogna di questo, per chiedere giustizia e per gridare che non
abbiamo paura delle loro strategie di tensione assassine e
liberticide, vecchie e nuovi


Nessun commento: