giovedì 15 gennaio 2009

L'OPERAZIONE "PIOMBO FUSO"

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Sabato 10 gennaio Il presidente di Al Fath Abu Mazen dichiara che sarebbe auspicabile l'intervento

di forze di interposizione Onu, mentre truppe di Tsahal sono avvistate alla periferia di gaza City. L'Onu dichiara di essere disponibile a entrare nuovamente nella Striscia.

Venerdì 9 gennaio
L'Onu approva una risoluzione per un cessate il fuoco duraturo, e immediato, ma il governo israeliano lo ignora.

Giovedì 8 gennaio Viene resa pubblica la denuncia di una trappola mortale in cui sono finite alcune decine di Palestinesi, costretti a rifugiarsi in un edificio che successivamente è stato colpito dal fuoco israeliano.

Mercoledì 7 gennaio Israele dichiara una tregua di tre ore tra le 13.00 e le 16.00 che dovrebbe durare tutti i giorni, Hamas la accetta, ma durante la tregua viene colpito un autobus delle nazioni Unite che dichiarano di ritirarsi dalla zona fino a quando non avranno garanzie precise da parte di Israele. Rimangono nella Striscia soltanto alcune associazioni, onlus o ong che denunciano però l'inconsistenza della tregua che, oltre ad essere soltanto a Gaza city, mentre nel resto della Striscia continua la guerra, non viene rispettata da Tsahal.

Martedì 6 gennaio Un missile israeliano colpisce una scuola dell'Onu in cui si sono rifugiati civili palestinesi, i morti sono più di 40, sono colpite anche numerose cliniche mobili, gestite da alcune associazioni umanitarie che hanno scelto di non abbandonare la Striscia. Intanto a Khan Yunis avvengono scontri tra i militanti di Hamas e Tsahal.

Lunedì 5 gennaio Il Times pubblica delle immagini che provano l'utilizzo del fosforo bianco durante le operazioni militari sulla città di Gaza.

Domenica 4 gennaio Le forze stanno avanzando nella zona centrale e avrebbero raggiunto la zona dell'ex colonia ebraica di Netzarim (presso il campo profughi Nusseirat).Occupate ampie zone del nord fra Beit Hanun, Beit Lahya e Jabalya. All'attacco di terra e di aria si unisce quello di mare. Nella notte 45 gli obiettivi colpiti. Il ministro della difesa di Tel Aviv ribadisce che l'operazione «sarà estesa, sulla base delle nostre necessità»

Sabato 3 gennaio inizia l'invasione via terra da parte di Tsahal, da tre differenti punti della Striscia di Gaza. L'obiettivo ufficiale di una operazione che, secondo il governo «potrà durare a lungo» è occupare i luoghi da dove vengono lanciati i razzi Kassam invadendo il Nord. Al centro le truppe cercano di spezzare la Striscia e al sud bloccanoi rifornimenti.

Venerdì 2 gennaio migliaia di palestinesi in Cisgiordania e nell'est di Gerusalemme protestano contro le incursioni israeliane mentre migliaia di persone hanno manifestato in diverse zone del Medio Oriente, e non solo, per sostenere la causa palestinese. Il segretario di Stato Usa Condoleeza Rice ha chiesto il cessate il fuoco ''duraturo'' per non ritornare allo ''status quo'' precedente, ma il presidente statunitense Bush parla soltanto della necessità di fermare i razzi di Hamas. Il Body Count è arrivato a 430 palestinesi uccisi e 2.250 feriti.

Giovedì 1 gennaio 2009, 30 importanti edifici vengono colpiti dall'esercito israeliano a Gaza. Hamas lancia un appello ai Palestinesi della Cisgiordania per un ''giorno di collera'' contro lo Stato ebraico.

Mercoledi' 31 dicembre i raid israeliani continuano, mentre alcuni razzi lanciati da Gaza arrivano a 40 chilometri all'interno del territorio israeliano. Israele permette ad alcuni camion internazionali l'accesso nella Striscia di Gaza per il passaggio di rifornimenti umanitari ma respinge la tregua proposta dal Usa, Ue, Onu e Russia.

Martedì 30 dicembre un portavoce dell'esercito, fa sapere che le forze dello Stato ebraico sono pronte, se necessario, alle operazioni di terra. Anche il Premier Ehud Olmert spiega che i bombardamenti sono i primi di una lunga serie approvata dal consiglio di sicurezza.

Lunedì 29 dicembre, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak utilizza l'infelice espressione ''guerra totale'' contro Hamas.

Domenica 28 dicembre Il governo israeliano minaccia in una dichiarazione l'intervento via terra. Aerei da guerra israeliani bombardano 40 tunnel, usati per il traffico di armi, tra il confine che divide Gaza e l'Egitto. Da quel momento l'Egitto decide di chiudere i valichi nonostante gli appelli dei palestinesi. In tutta Europa e in tutto il mondo arabo cominciano a diffondersi le proteste contro i raid israeliani.

Alle 11.30 di sabato 27 dicembre Israele lancia un massiccio raid aereo contro la rete di infrastrutture del movimento islamista che controlla Gaza dal giugno del 2007. Secondo le dichiarazioni di Tsahal l'operazione 'Piombo Fuso', un attacco senza precedenti dal 1967, ha l'obiettivo di bloccare gli attacchi missilistici di Hamas. L'Egitto inizia un nuovo tentativo di mediazione aprendo i suoi confini con Gaza solo ai palestinesi feriti.

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