giovedì 15 gennaio 2009

un pò di storia...

Dichiarazione di Balfour 1917
Suddivisione del mandato britanico 1947

Nel 1947 l'assemblea generale delle Nazioni Unite stabilisce i confini di uno Stato Ebraico all'interno del Mandato britannico in Palestina al 55% del territorio, individuando un 45% per la popolazione araba dello stesso territorio.
Le premesse sono ovviamente tutte nella responsabilità europea nell'olocausto, nella Shoa, ovvero nel massacro di sei milioni di ebrei da parte del regime nazista e dunque nella necessità degli ebrei di trovare un luogo in cui edificare uno Stato in cui non essere minoranza etnica. Un'altra premessa importante è lo sviluppo del sionismo avvenuto nei decenni precedenti, a partire dalla Dichiarazione di Balfour


Guerra del 48
Nel 1948, pochi mesi prima della proclamazione di indipendenza dello Stato di Israele comincia una guerra tra Egitto, Transgiordania, Siria, Iraq, popolazione araba della Palestina e sionisti, alla fine della quale viene dichiarato lo Stato di Israele con il 70% del territorio dell'antico mandato britannico.
Quella che per Israele è la guerra di indipendenza per centinaia di migliaia di arabi fu la Nakba, la cacciata violenta dalle loro terre.



Guerra dei Sei Giorni
Combattuta da Israele contro
Egitto, Siria, e Giordania. L'Iraq, l'Arabia Saudita, il Kuwait e Algeria, ha come antefatto la crisi del 1956 che vide contrapposti, attorno al controllo del canale di Suez gli interessi Francesi e Inglesi (che si appoggiarono all'intervento immediato di Israele) e quelli Egiziani (appoggiati dall'Unione Sovietica) e risolta con l'intervento americano volto a evitare escalation.
I due protagonisti furono Nasser sul fronte arabo e Sharon su quello ebraico. Il primo voleva riunire un fronte progressista di Paesi Arabi attorno al sogno, mai dimenticato, di riportare nell'ex mandato britannico la situazione allo Status Quo precedente alla guerra del 1948, il secondo arrivò a minacciare il colpo di Stato militare se il presidente israeliano Eshkot non avesse dichiarato la guerra.



Guerra del Kippur o del Ramadan e ritiro dal Sinai
Sadat, nuovo presidente Egiziano, assieme alla SIria decide nel 73 un tentativo di riscossa nei confronti di Israele che si concluderà negli accordi di Camp David. L'intervento degli Stati Uniti permette a Israele di vincere, ma gli impedisce di annientare le truppe nemiche, fino a condurre agli accordi di Camp David che segnano un avvicinamento tra Egitto e Israele che porterà alla pace e alla riconsegna del Sinai nel 1982 allo Stato Africano da parte dello Stato Ebraico. Lo stesso non avviene con le alture del Golan.



Sabra e Shatila
Si inserisce all'intero della guerra civile Libanese l'intervento israeliano a favore dei Cristiano Maroniti in Libano, contro la Siria e l'Olp che, dopo Settembre Nero (la guerra che aveva scacciato la dirigenza paestinese e i fiddayn di AlFath dalla Girdania), si era stabilita in Libano.

Accordi di Oslo

Gli accordi di Oslo tra Rabin e Arafat, costituirono l'Autorità Nazionale Palestinese, dovevano essere l'inizio di una Road Map che arrivasse a creare nella Striscia di gaza e in Cisgiordania uno Stato Palestinese con capitale Gerusalemme grazie al ritiro delle truppe israeliane che occupavano quei territori dal 1967 in cambio del riconoscimento ufficiale di Israele da parte dei Palestinesi.
Fino allo stabilimento di un accordo sullo status finale, Cisgiordania e Striscia di Gaza sarebbero state divise in tre zone:

  • Zona A - pieno controllo dell'Autorità palestinese.
  • Zona B - controllo civile palestinese e controllo israeliano per la sicurezza.
  • Zona C - pieno controllo israeliano, eccetto che sui civili palestinesi. Questa zona comprendeva gli insediamenti israeliani e le zone di sicurezza senza una significativa popolazione palestinese.
Gli accordi non sono mai stati applicati e i territori dei coloni israeliani sono andati crescendo negli anni. Fino al ritiro dalla Striscia di gaza.




Oggi Israele
ha una politica che, più che ambigua, è chiaramente orientata alla frammentazione delle due fascie di territorio " sotto controllo " dell'Anp, il muro, i ceck Point, la distribuzione dell'approvvigionamento idrico, il tentativo di delegittimare la controparte come interlocutore credibile, sono tutte cose che mettono in luce evidentemente che non appare una soluzione all'ordine del giorno quella di consegnare l'indipendenza alla Palestina il ritiro di tutte le truppe dalla Striscia di Gaza avvenuto due anni fa, pare in questo quadro un segnale ipocrita e senza prospettive di pacificazione.

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